Fate sport, non solo riabilitazione Vita del 15/07/2023 Non più controindicata per chi ha la sclerosi multipla, l'attività fisica aiuta al contrario ad affrontare i sintomi della malattia e a rallentarne la progressione. Una buona notizia per chi non deve più rinunciare a una passione e per chi non si vede precluso un potente strumento di salute e socialità. Ora bisogna abbattere tutte le barriere, anche quelle mentali, che impediscono ai pazienti di iniziare o continuare a fare sport Lo sport, alla cui funzione sociale è dedicato VITA magazine di luglio, l'attività fisica e il movimento non comportando lo stesso impegno per l’organismo, ma un tempo ogni tipo di sforzo veniva considerato solo come fonte di danno per pazienti già affetti da alcune complicanze. Le evidenze raccolte con anni di ricerca mostrano che, al contrario, l’attività fisica è importante non solo a livello di prevenzione (ve ne abbiamo parlato in «Lo sport fa bene. Ma molto più di quanto immaginate») ma anche in moltissime condizioni patologiche. Ciò è vero anche nella sclerosi multipla, malattia autoimmune infiammatoria del sistema nervoso centrale determinata dalla progressiva perdita di mielina, la sostanza che riveste le fibre nervose della sostanza bianca in più aree, per la quale la pratica dello sport è rimasta una questione controversa molto a lungo. Oggi, gli studi dimostrano che sia lo sport che l'attività fisica sono essenziali per questi pazienti, aiutando a far fronte agli effetti della sclerosi multipla, come l’affaticamento, la ridotta resistenza, la perdita di massa muscolare e la riduzione della forza. A conferma di questi risultati sono i numerosi atleti non professionisti che si dedicano a vela, canoa, sport di resistenza come corsa, ciclismo e nuoto, chi fin da prima della diagnosi e chi inizia proprio per prendere in mano la propria vita. (Nella foto, Cristina Nuti, milanese, la prima donna con sclerosi multipla ad aver completato un ironman, ovvero 3,8 km di nuoto, i 180 km di bicicletta e, di seguito, una maratona). Pur con una grande variabilità individuale, i sintomi di questa malattia neuro-degenerativa, dovuti al danneggiamento delle cellule nervose, sono progressivamente invalidanti e includono perdita di equilibrio, cattiva coordinazione, tremori, disturbi del linguaggio, alterazioni della vista, riduzione di forza, perdita della capacità deambulatoria, perdita del controllo sfinterico, deficit delle funzioni cognitive, disfagia, dolore, e affaticabilità cronica. L’attività fisica è considerata uno strumento importante e prioritario, da affiancare alla terapia farmacologica, perché in grado di migliorare notevolmente la qualità di vita del paziente, anche riducendo la progressione della malattia. Recenti ricerche (come questa) sugli effetti dell’attività fisica sulla rigenerazione dei tessuti delle persone con sclerosi multipla suggeriscono che l'esercizio ha benefici sul sistema nervoso centrale, inducendo rimielinizzazione, rigenerazione assonale e la genesi di oligodendrociti, cellule che producono la guaina mielinica. Di questo si è parlato anche al congresso del Rims Network europeo rehabilitation in multiple sclerosis: «Sappiamo ormai che lo sport allevia i sintomi di malattia, favorendo la deambulazione, migliorando la forza, la funzione motoria e la flessibilità, riducendo la fatica e lo stress, anche grazie agli aspetti più relazionali di condivisione con gli altri» spiega Ludovico Pedullà dell’Area di ricerca scientifica Fism Federazione italiana sclerosi multipla «Ma abbiamo ancora bisogno di una maggiore sensibilizzazione e personalizzazione per abbattere le barriere che ancora oggi impediscono alle persone con sclerosi multipla di iniziare o continuare a fare sport». Spesso, riflette il giovane ricercatore, sono barriere mentali, dettate dalla paura di peggiorare o dalla stanchezza; comunque, è necessario seguire il consiglio di medici, terapisti o formatori sportivi specializzati per la sclerosi multipla sulle attività, intensità e frequenza adeguate alle condizioni dell’individuo. «È importante veicolare il messaggio che l'esercizio fisico è qualcosa di separato, anche nei luoghi, dalla riabilitazione presso i centri specializzati» riprende Pedullà «Paul Van Asch è stato un precursore di questa traslazione dell’esercizio fisico fuori dai centri clinici, creando esercizi ed eventi ad hoc per le persone con sclerosi multipla». L’organizzazione che guida il fisioterapista belga si chiama Move to sport e da anni spinge le persone con sclerosi multipla a partecipare ad attività sportive, soprattutto outdoor, organizzando eventi e attività di formazione per specialisti dello sport e della riabilitazione. Anche la Fondazione italiana sclerosi multipla, da anni, promuove eventi per avvicinare le persone con sclerosi multipla allo sport, anche a quelli ritenuti tradizionalmente più difficili, come vela, windsurf o SUP e canottaggio, accanto ad eventi di podismo, Tai-Chi e Nordic Walking. di Nicla Panciera