MAI PIU’ BAMBINI IN CARCERE: LA PDL DEL PRESIDENTE OLIVIERO
Napoli, 7 giugno 2023 - “Madri in carcere”: è la proposta di legge alle Camere, presentata dal Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, frutto del lavoro congiunto con il Garante dei diritti delle persone sottoposte a detenzione della Regione Campania, Samuele Ciambriello, finalizzata ad impedire che i bambini varchino la soglia del carcere insieme con le loro madri detenute. In particolare, la proposta di legge punta a favorire il ricorso alle case-famiglie quando la detenzione riguardi donne con prole non superiore a sei anni. Tale esperienza viene ritenuta preferenziale rispetto agli istituti di custodia attenuata per detenute madri (Icam) che mantengono una connotazione tipicamente detentiva, con conseguenze dannose per i minori in essi ospitati. La proposta di legge prevede modifiche al codice di procedura penale e precisamente agli artt. 275 e 285bis escludendo totalmente la custodia cautelare in carcere per le mamme con figli fino a sei anni (attualmente è previsto se sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza), e prevedendo il ricorso all’Icam nel caso sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Inoltre, la proposta di legge interviene sull’art. 293 del codice di procedura penale, ovvero sulla fase esecutiva delle misure cautelari, prevedendo che gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria incaricati di seguire la misura debbano inserire nel verbale di arresto l’eventuale presenza di circostanze che potrebbero determinare il divieto di applicazione della custodia cautelare in carcere. La proposta di legge interviene, inoltre, sugli artt. 146 e 147 del Codice penale, innalzando a tre anni (oggi un anno) la soglia di età del minore al di sotto della quale è stabilita l’incompatibilità assoluta con il regime detentivo per la madre, e sull’art. 3 della legge n. 62 del 2011 per eliminare il vincolo normativo previsto per la realizzazione delle case-famiglia protette senza oneri per lo stato e prevedendo la possibilità per l’amministrazione centrale di finanziare, anche solo parzialmente, la realizzazione di nuove case-famiglia.