Si è conclusa la mia prima settimana come Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Ho iniziato fin da subito a occuparmi dell’agenda e degli incontri programmati con i detenuti che avevano richiesto colloquio.
Il primo incontro in carcere da Garante è stato il giorno 4 ottobre, per ascoltare una decina di detenuti a Poggioreale.
Purtroppo, la mia prima uscita pubblica, come Garante dei detenuti, nel carcere di Poggioreale è stata listata a lutto. Un detenuto del padiglione Salerno,a piano terra, si è suicidato dopo un pomeriggio tranquillo e dopo un incontro di catechesi.
Probabilmente qualche cattiva notizia familiare o di provvedimento giudiziario, lo ha sconvolto, lo ha segnato. Un padiglione, il Salerno, a regime aperto con diverse iniziative, dove sono seguiti.
Dopo quello di febbraio è il secondo suicidio a Poggioreale. Detenuti e polizia penitenziaria ancor di più hanno bisogno di figure sociali che fanno da sostegno, interazione tra detenuti, diagnosi, esperti, psicologi delle Asl. Occorre raggiungere una visibilità istituzionale su questo tema.
Il giorno seguente il 5 ottobre, insieme ai miei collaboratori ho incontrato i detenuti di Secondigliano dell’alta sicurezza:
Il tema affrontato e denunciato da loro è stato la territorialità della pena. Indubbiamente la lontananza dal luogo di residenza rende difficile e a volte impossibile per il detenuto l’incontro con i familiari, l’assistenza con i servizi territoriali, lo stesso rapporto con l’Avvocato, rende poi ancora più difficile il percorso rieducativo. Non si tratta solo di un problema di natura tecnico giuridica connesso con l’applicazione dell’art, 42 dell’OP, ma anche di una questione di natura culturale e sociale, cioè di avere da parte di tutti un approccio democraticamente positivo nei confronti dei detenuti e del mondo carcerario nel suo complesso.
Venerdi 6 ottobre, ho partecipato, alla presentazione del libro sulla salute mentale “ Matricola Zero Zero Uno” del giudice Nicola Graziano. Il libro racconta l’esperienza di Graziano, che si è finto paziente dell’ex Opg di Aversa per tre giorni. Il ricovero volontario autorizzato dal ministero della giustizia e dalla direttrice, ha permesso all’autore un’ampia descrizione della follia dietro le sbarre, un tema questo della salute mentale che ha anticipato l’apertura delle REMS.