COMUNICATO STAMPA del 23/09/2022 - Spettacolo teatrale nella casa circondariale di Arienzo
Il Garante Campano Ciambriello: «Attraverso queste attività, il periodo di detenzione si trasforma in un momento di effettivo recupero della persona, si favorisce il reinserimento dell’individuo nella società e si producono esternalità positive per tutta la società».
Venerdi 16 settembre- Ieri sera, nella casa circondariale “G De Angelis” di Arienzo, si è tenuto lo spettacolo teatrale messo in scena dalla compagnia “La flotta”, in collaborazione con l’associazione culturale “Naturate” e l’associazione “Polluce Aps”. Uno spettacolo che ha avuto per protagonisti i ristretti dell’Istituto di pena di Arienzo.
Il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha assistito alla rappresentazione teatrale, insieme alla direttrice del carcere Annalaura De Fusco e un folto gruppo di ospiti.
Così il Garante Ciambriello: «Quando il teatro entra nello spazio educativo può esprimersi come strumento formativo o didattico, ma anche come modalità espressiva specifica e come linguaggio trasversale. Lo spettacolo dei diversamente liberi è stato uno sguardo di speranza che chiama il nostro impegno. Occorre andare oltre le mura dell'indifferenza».
Dopo lo spettacolo, il Garante si è recato nei reparti detentivi, dove ha incontrato una delegazione di detenuti, che avevano richiesto di parargli per esporre diverse criticità. A più voci hanno denunciato le disfunzioni dell’area sanitaria, in quanto gli operatori sanitari non riescono a far fronte a tutte le problematiche sanitarie e, soprattutto, non possono garantire la tempestività degli interventi, poiché si evince un’importanza mancanza di personale sanitario.
Continua il Garante campano: «lo scorso 12 settembre è morto, con un malore, un ventinovenne nell’istituto di Arienzo, non si può morire di carcere e in carcere. È necessario garantire un medico di reparto per tutte le ventiquattrore. La tutela della salute è un diritto fondamentale sancito dai nostri padri costituenti».
Altro problema assai sentito dalla popolazione detenuta è la lentezza della magistratura di sorveglianza, con cui i ristretti difficilmente riescono ad interfacciarsi.
«È necessario che i magistrati, anche attraverso videochiamate, possano interessarsi alla comunità detentiva. La magistratura, che si occupa di vigilare sull’esecuzione della pena nel rispetto dei diritti dei detenuti e degli internati, deve essere una garanzia istituzionale per i ristretti. Bisogna incrementare i permessi premio e concedere, là dove ve ne siano i requisiti di legge, le misure alternative al carcere», conclude il Garante Ciambriello.