Il Garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello ha scritto una lettera
al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede circa la carenza di personale amministrativo che ha messo in ginocchio gli uffici dei Tribunali di sorveglianza della Campania, settore strategico della giustizia penale. Ciambriello denuncia l’indifferenza del ministro e dei suoi uffici, la loro
“politica dello struzzo” che danneggia un settore che per i cittadini ristretti è importante per il reinserimento sociale e per il tema del sovraffollamento nelle carceri. Nella stessa lettera Ciambriello stigmatizza anche il comportamento del Ministero che snobba le richieste di incontro provenienti dalla
Presidente del Tribunale di sorveglianza Adriana Pangia.
Di seguito la lettera.
“Egregio Ministro,
Allo stato attuale, la carenza di organico del personale, ha messo in ginocchio il funzionamento di un settore strategico della giustizia penale, quello deputato all'esecuzione della pena, quella tanto bistrattata esecuzione della pena che non interessa a nessuno, se non a parole ed esclusivamente in funzione di slogan usati per invocare la famosa certezza della pena che, in conseguenza della predetta carenza di mezzi, non può realmente essere assicurata, e si traduce nei fatti in un'assenza di diritti per i detenuti. In questo quadro ci si ritrova spesso in condizioni limite! Può accadere, infatti che anche se al Tribunale di Sorveglianza viene inviata dalla direzione sanitaria di un carcere una nota che segnala un'emergenza o esita un accertamento in ordine ad una incompatibilità con il regime detentivo inframurario, questa nota non trovi nessuno a riceverla prontamente. Spesso con conseguenze anche fatali per la persona temporaneamente detenuta. I numeri della sofferenza degli Uffici del Tribunale di Sorveglianza sono impressionanti: mancano il 42% del personale amministrativo a Napoli e Avelline, il 37% a Santa Maria Capua Vetere, e contestualmente aumenta il carico di lavoro con 17 mila procedure in più dinanzi al Tribunale e addirittura 39 mila in più da evadere per il solo Ufficio di Sorveglianza di Napoli, e la situazione è destinata ad aggravarsi: spesso occorre chiedere ai magistrati di temporeggiare perché più pratiche lavorate servono solo ad ingolfare gli uffici. In questo quadro spicca l'indifferenza del Ministero competente, che continua a voltarsi dall'altra parte, rimandando di continuo gli appuntamenti già calendarizzati con i responsabili degli Uffici di Sorveglianza, e non rispondendo con l'aumento di personale amministrativo e Magistrati di Sorveglianza. Una politica dello struzzo che danneggia sia un settore strategico della giustizia penale, che i cittadini ristretti, ma anche la cosiddetta società civile. Sono convinto che troverà modo, tempi e risorse umane per evitare che la situazione esploda.
Cordiali Saluti
Prof. Samuele Ciambriello
Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”