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IL CONSIGLIO HA APPROVATO MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE SUL CICLOTURISMO E LA PROPOSTA DI LEGGE PER IL RICONOSCIMENTO A COMUNI DI STATUS DI AREE DISAGIATE

Napoli, 8 luglio 2025 – Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Gennaro Oliviero, ha approvato all’unanimità, con 37 voti favorevoli, la Proposta di legge “Modifiche alla legge regionale 19 marzo 2025, n. 2 (Interventi a favore del cicloturismo in Campania)” , ad iniziativa del capogruppo di Italia Viva, Tommaso Pellegrino, che apporta alcune modifiche alla vigente legge regionale e, specificamente, all’art. 4 prevedendo l’elenco regionale delle “Associazioni regionali di cicloturismo”, anziché degli operatori del cicloturismo, come inizialmente previsto, di cui agli elenchi tenuti dal Ministero delle imprese e del Made in Italy (MIMIT), ed abrogando i commi 2 e 3 dello stesso articolo che prevendono alcuni requisiti di iscrizione all’elenco.
Il Consiglio ha, poi, approvato all’unanimità, con 40 voti favorevoli, la Proposta di legge “Riconoscimento delle isole di Capri, Ischia e Procida, facenti parte dell’arcipelago campano e dei Comuni di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri come zone disagiate”, ad iniziativa dei consiglieri regionali Gennaro Oliviero, Giuseppe Sommese, Tommaso Pellegrino, Francesco Picarone e Corrado Matera, “che - ha spiegato il Presidente della I Commissione Giuseppe Sommese (azione) - ha l’obiettivo di tutelare quelle aree geografiche particolarmente svantaggiate, non solo a causa delle problematiche relative a disagio e spopolamento, ma anche a causa della chiusura dei punti nascita ed, in generale, della carenza strutturale dei presidi ospedalieri per le degenze, gli ambulatori, i centri dialisi, i servizi all'utenza in generale; dalla difficoltà reperire personale medico e paramedico disposto a prestare servizio senza alcun riconoscimento o indennità legata al disagio del raggiungimento del posto di lavoro, riconoscendo a questi territori lo status di zone disagiate sotto il profilo della fruizione dei servizi sanitari e prevedendo ambiti di intervento quali lo sviluppo ed il miglioramento della mobilità, il miglioramento delle condizioni di viaggio del personale sanitario, il potenziamento dei servizi sanitari, l’innalzamento degli standard operativi, tecnologici, con presidi ospedalieri, diagnostici, etc.” .
Sul punto si è svolto un intenso dibattito consiliare, con gli interventi dei consiglieri di FdI Alfonso Piscitelli, che ha sottolineato che “la Regione Campania avrebbe potuto chiedere la deroga alla chiusura dei punti nascita e non lo ha fatto, quindi, oggi, con questa proposta di legge, si fa solo demagogia” e Maria Grazia Di Scala per la quale “la proposta di legge è un doppione dell’art. 119 della Costituzione che già riconosce le isole come aree disagiate. Se davvero si vogliono aiutare questi territori, i Sindaci dovrebbero chiedere il potenziamento del personale sanitario e delle strutture sanitarie sulle isole e si dovrebbero evitare inutili doppioni legislativi che non risolvono i problemi”. “Nei giorni passati ho visto parlamentari del centrodestra che hanno manifestato in quei territori dove i punti nascita sono stati chiusi come se essi non facessero parte del Governo in carica – ha sottolineato la consigliera Valeria Ciarambino (gruppo misto) - , questa è una battaglia politica fatta sulla pelle dei cittadini mentre andrebbero dismesse le bandiere di partito per risolvere i problemi del territorio soprattutto se si tratta di sanità agendo in maniera conseguente innanzitutto sul piano nazionale”.
“Siamo di fronte ad un pannicello caldo che serve per giustificare la coscienza di una Giunta regionale che ha totalmente fallito sulla sanità e sui punti nascita e non ha saputo agire adeguatamente per fronteggiare i tanti problemi delle isole, dalla salute ai trasporti” – ha detto il capogruppo della Lega Severino Nappi, che, comunque, annunciato il voto favorevole del proprio Gruppo, così come Nunzio Carpentieri (FdI) che ha evidenziato “l’importanza di garantire maggiori servizi ai cittadini soprattutto se si tratta di salute. Sicuramente il Governo centrale agirà per porre rimedio agli errori e alle carenze del governo regionale che non ha mai presentato la richiesta per la deroga alla chiusura dei punti nascita al di sotto delle cinquecento nascite all’anno”.
“Dal 2018 c’è il problema dei punti nascita che l’ottima azione di governo regionale ha saputo fronteggiare – ha ricordato il capogruppo di Italia Viva Tommaso Pellegrino – ed oggi ci arriva una diffida del Ministro della Salute del Governo di centrodestra che scrive che uno dei requisiti indispensabili per uscire dal piano di rientro è la chiusura dei punti nascita. Questa legge dà un aiuto a questi territori per evitare la chiusura dei punti nascita e sostiene il diritto alla salute di quelle popolazioni”. “Condivido l’intervento del collega Pellegrino, perché, dal 2018 ad oggi, se i punti nascita non sono stati chiusi è perché c’è stato un atto di responsabilità da parte del Presidente De Luca” – ha sottolineato Corrado Matera (gruppo misto); “uscire dal piano di rientro è fondamentale perché potremo finanziare con risorse di bilancio le prestazioni della sanità e dare un importante segnale a sei milioni di campani – ha evidenziato Francesco Picarone (Pd) - , una questione che non ha parte politica ma che appartiene a tutti i cittadini”;
“Le richieste di deroga alla chiusura dei punti nascita sono state tre e sono state reiterate ma il parere del comitato percorso nascita nazionale è stato negativo per Sapri, Polla e Sessa Aurunca” – ha chiarito l’assessore regionale al Bilancio Ettore Cinque.
“Il Governo Meloni ha chiuso i Pronto Soccorso in Italia e i punti nascita in Campania perché non ha fatto nulla per tenerli aperti e il centrodestra ha lasciato la Regione Campania nel disastro con un debito di oltre nove miliardi – ha rimarcato il Presidente della Regione Vincenzo De Luca - , eravamo l’ultima regione d’Italia, non avevano una rete oncologica, una rete per l’infarto, per l’ictus, avevamo il record del 90% di parti cesarei; abbiamo fatto un lavoro immane e siamo arrivati all’uscita dal commissariamento. Sui Pronto soccorso, abbiamo dovuto andare avanti con 15 mila dipendenti in meno e duecento milioni di euro in meno che sono stati rapinati alla Campania; dopo l’uscita dal commissariamento, è iniziato il periodo di osservazione del piano di rientro legato all’equilibrio finanziario e la Campania è l’unica che, insieme con Lombardia e Veneto, a cui si sono aggiunte le Marche, da oltre un decennio ha il bilancio in equilibrio ma, per un ricatto politico, rimaniamo in piano di rientro e, quando una Regione è in Piano di rientro, deve attenersi ai tetti di spesa ed è vincolata alla spesa delle risorse del Fondo sanitario nazionale, altrimenti scatta nuovamente il commissariamento”.

Dott.ssa Gabriella Peluso
Responsabile Ufficio Stampa
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