Direttore responsabile: Gabriella Peluso
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"Il Consiglio regionale contribuisce alla creazione di Valore pubblico, tra l'altro, approvando leggi, indirizzando le politiche regionali e valutandone i risultati". E’ il tema della “Giornata della Trasparenza” promossa, in occasione del trentennale della sua istituzione, dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome, per il tramite del Gruppo di lavoro dei Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza. Il Consiglio Regionale della Campania aderisce alla Giornata della Trasparenza quale evento annuale di informazione e confronto sugli argomenti d'attualità, nell'ottica della trasparenza, che interessano la Pubblica Amministrazione, in generale, e, nel caso specifico, le Assemblee legislative regionali.

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DEVIANZA MINORILE: OLIVIERO, UNA SEDUTA MONOTEMATICA DEL CONSIGLIO

20241204 102419Napoli, 4 dicembre 2024 – Una seduta monotematica sul tema del disagio e della devianza minorile, da tenere nel prossimo mese di gennaio: a proporla il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, nel corso del seminario, promosso dal Garante delle persone dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, insieme con l’Associazione Italiana Giovani Avvocati, tenuto, stamani, nella Sala Multimediale del Consiglio Regionale della Campania. “I dati sulla devianza minorile in Campania sono allarmanti – ha sottolineato Oliviero – occorre affrontare il tema con la necessaria determinazione puntando soprattutto sulla prevenzione, sull’istruzione, sul collocamento lavorativo, temi prioritari per la nostra società che potranno essere oggetto di un documento unitario da parte del Consiglio e di un lavoro sinergico con tutte le Istituzioni competenti”. “La politica si sta ‘preoccupando’ dei minori, senza ‘occuparsene’ – ha sottolineato Ciambriello -, dal 1° gennaio al 15 novembre di quest’anno i minorenni affidati ai servizi sociali, portati nelle comunità, nelle carceri, messi alla prova in Italia sono stati 14.819, in Campania presi in carico dagli uffici di servizio sociale per i minorenni, per la prima volta nell’anno in corso, tra Napoli e Salerno sono stati 758, 1899 considerando quelli già presi in carico. In Campania assistiamo a fatti di cronaca sempre più violenti e immotivati commessi da ragazzi la cui età va sempre di più diminuendo. Bisogna non solo custodirli ma accudirli, non solo punire ma prevenire”. Sul tema della prevenzione ha insistito la Procuratrice della Repubblica per i Minorenni di Napoli Patrizia Imperato, per la quale “è molto importante puntare sull’educazione dei giovani che sono interessati da comportamenti di devianza e, particolarmente, di coloro che sono collocati in istituti penali minorili, ma è fondamentale garantire loro una prospettiva occupazionale perché il lavoro rappresenta il vero ed efficace strumento per la piena realizzazione del reinserimento sociale e per la piena concretizzazione della dignità e del futuro delle persone”. “È fondamentale affrontare seriamente una discussione sui minori a rischio e sulla devianza minorile e accolgo positivamente l’iniziativa di un Consiglio regionale monotematico e, prima ancora di esso, chiedere alla Giunta lo stato dell’arte dell’attuazione degli indirizzi politici in materia votati dal Consiglio all’unanimità”– ha detto la Presidente della Commissione Regionale Politiche Sociali, Bruna Fiola -; inoltre, alla luce dei recenti fatti di cronaca, è evidente che la presa in carico dei minori già segnalati non risultata sufficiente ed occorre affrontare la problematica nel suo complesso, coinvolgendo la famiglia e la scuola, integrando il programma ‘Scuola Viva’ con delle azioni che non solo allontanino i ragazzi dalla strada ma che riportino a scuola coloro che non frequentano”. “Riteniamo che il Decreto Caivano abbia generato alcune criticità – ha sottolineato il Presidente di Associazione Italiana Giovani Avvocati, Francesco Zaccaria – in quanto, ad esempio, l’esclusione della messa in prova per i minori che hanno commesso determinati reati rappresenta una perdita di opportunità per la rieducazione ed il reinserimento sociale dei giovani, in quanto la sola punizione si è dimostrata che è del tutto insufficiente”.