"Perché una mostra fotografica su Enrico Berlinguer in Campania? E con il patrocinio del Consiglio regionale della Campania? Perché abbiamo pensato che, nell'epoca della comunicazione veloce, potevamo raccontare ai diciottenni di oggi, con quelle foto, chi era Berlinguer e una politica, una buona politica che esiste e si traduce in uomini e donne che hanno a cuore innanzitutto il bene della comunità. E Berlinguer, ne è senza dubbio, un esempio per l'onestà, il coraggio, la curiosità intellettuale, la concretezza. Come altre figure politiche importanti del novecento, fa parte di quella schiera di padri e madri della democrazia che intesero la politica come scelta di vita alta e nobile, come sacrificio per migliorare la vita degli altri. Foto per foto, grazie al lavoro di Mario Riccio, abbiamo riannodato i fili della memoria per riscoprire e proporre ai giovani una politica fatta di passione e l'assillo degli ultimi anni della sua vita, ancora oggi attualissimo, sull'urgenza di un rinnovamento della politica e dei partiti.
Abbiamo scelto di farlo perché riteniamo che la memoria è importante per leggere e comprendere il presente e compiere le scelte per il futuro, continuando così un lavoro importante iniziato con l'inaugurazione dell'Aula a Giancarlo Siani e della Biblioteca a Raffaele Delcogliano.
Così scrive la Presidente del Consiglio, Rosa D'Amelio, nell'annunciare l'inaugurazione della mostra in esposizione a Napoli al Maschio Angioino.
Ho incontrato per la prima volta Berlinguer all'indomani del terremoto del 1980. Ero una giovane segretaria della sezione del Pci di Lioni. Il mio paese fu raso al suolo, pochi secondi che sconvolsero le nostre vite, ne spezzarono molte altre, cambiarono il corso della nostra giovane esistenza, imprimendole una direzione inaspettata. Quella data segnò per tanti di noi l'inizio di una fase nuova. Ancora oggi, dopo tanti anni, c'è in me una carica emotiva nel ricordare quei giorni, lo sforzo per ripartire e il calore generato da quell'onda umana fatta di volontari che da ogni parte d'Italia, e non solo, accorsero in Irpinia, portando aiuti reali, concreti che ci permisero di fare fronte all'emergenza, infondendo speranza nelle nostre comunità. All'epoca non c'erano i cellulari. Nelle ore immediatamente successive alla scossa, il segretario regionale del Pci, Antonio Bassolino, recatosi subito nelle zone terremotate, telefonò alla segreteria nazionale per descrivere la situazione drammatica che stavamo vivendo. Berlinguer, allarmato dai ritardi dei soccorsi, telefonò al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che decise di recarsi immediatamente in Irpinia dove pronunciò in tv quel discorso durissimo, quell' appello "Fate Presto ripreso dal quotidiano Il Mattino, denunciando l'assenza della macchina statale dei soccorsi.
Poi arrivò Berlinguer per visitare i luoghi della tragedia ed essere vicino alle popolazioni. Sì perché per Berlinguer la politica era prima di tutto il legame e la cura delle persone.
Caposele, la sera del 23 novembre 1980, fu quasi completamente distrutta. Sette compagni morirono nel crollo della sezione, mentre erano in riunione. Enrico Berlinguer arrivò in corteo dinanzi alle macerie della sezione del PCI, si fermò a lungo e, quando gli mostrammo gli appunti ritrovati della riunione, si commosse, nonostante fosse un uomo timido, riservato. Mario era lì e catturò le emozioni di Berlinguer, come aveva fatto tante altre volte all'Unità e a Paese Sera. Con la passione del cronista scrupoloso e con la sobrietà e il rispetto dei fatti e delle persone che ha sempre scandito il suo lavoro.
Passione e sobrietà, timidezza. Un po' si somigliavano Enrico e Mario. E forse anche per questo, nelle tante foto che vedrete nella mostra al Maschio Angioino e poi a Lioni, in occasione dell'anniversario del terremoto, Mario Riccio riesce a regalarci un ritratto non solo politico ma anche personale del segretario nazionale del Pci. Non sono foto fredde o "istituzionali, come spesso siamo abituati con i social dove qualsiasi evento richiede automaticamente la foto da pubblicare e condividere. Mario ritrae Berlinguer in tanti incontri, iniziative, come quella famosa della Festa nazionale dell'Unità a Napoli, e riesce a catturare le emozioni e trasmettere nel suo sorriso o nella serietà il suo essere umano e il suo mondo interiore.
E allora perché una mostra fotografica su Enrico Berlinguer in Campania? E con il patrocinio del Consiglio regionale della Campania? Perché abbiamo pensato che, nell'epoca della comunicazione veloce, potevamo raccontare ai diciottenni di oggi, con quelle foto, chi era Berlinguer e una politica, una buona politica che esiste e si traduce in uomini e donne che hanno a cuore innanzitutto il bene della comunità. E Berlinguer, ne è senza dubbio, un esempio per l'onestà, il coraggio, la curiosità intellettuale, la concretezza. Come altre figure politiche importanti del novecento, fa parte di quella schiera di padri e madri della democrazia che intesero la politica come scelta di vita alta e nobile, come sacrificio per migliorare la vita degli altri.
Foto per foto, grazie al lavoro di Mario, abbiamo riannodato i fili della memoria per riscoprire e proporre ai giovani una politica fatta di passione e l'assillo degli ultimi anni della sua vita, ancora oggi attualissimo, sull'urgenza di un rinnovamento della politica e dei partiti.
Abbiamo scelto di farlo perché riteniamo che la memoria è importante per leggere e comprendere il presente e compiere le scelte per il futuro.
La forza di Berlinguer, la sua lungimiranza, la suggestione dei temi che metteva in luce, dalla questione morale, alla questione democratica, al rapporto con i movimenti, da quello per la pace a quello delle donne, tutto questo alimentava un carisma reale che si vide il giorno dei suoi funerali. Ricordo il viaggio insieme agli altri miei compagni, la folla immensa, le lacrime, il tributo degli avversari politici che giunsero in piazza tutti per l'ultimo saluto.
La centralità della questione morale nasce proprio in Campania. Nei giorni successivi al terremoto, sapendo bene interpretare quello che stava accadendo, Berlinguer afferma che il processo di distacco tra paese e istituzioni è arrivato ad un punto drammatico. La questione morale, dichiara, esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico.
Un anno dopo, nel 1981, in un editoriale a "Rinascita lancia una nuova sfida: quella di aprire i partiti ai movimenti, ambientalista, per la pace, non violento, delle donne. Non solo riconosceva pari dignità alla società civile ma si spingeva avanti nell'indicare luoghi e forme di ascolto e rappresentanza. C'era in particolare un messaggio forte che parlava alle donne. Voleva dire: rompete gli schemi, la persona umana è più complessa, più ricca. Ricordo la discussione accesa alla VII conferenza nazionale delle donne comuniste. Berlinguer disse: "Le donne liberando se stesse contribuiscono a liberare tutta l'umanità. Per quei tempi è un concetto dirompente, il movimento delle donne non è un movimento specifico che serve alle donne, indica un nuovo soggetto del cambiamento. E alle elezioni politiche del 1983 forzò il corso delle cose, lanciò l'idea e promosse il Gruppo interparlamentare delle donne elette nelle liste del Pci come strumento per elaborare un punto di vista autonomo femminile su tutti i provvedimenti legislativi, suscitando un misto di curiosità e diffidenza.
Sono solo pochi esempi che rimandano alla domande sulla politica, su come è oggi e ci appare, sul senso e sulla sostanza di una passione durata una vita intera dove militanza e partecipazione avevano radici profonde ed estese.
Dietro le foto di Mario Riccio ci sono vite vere, storie di persone in carne e ossa, sentimenti, sofferenze, speranze, quelle con cui Berlinguer ogni giorno veniva a contatto. Domande, bisogni che interrogavano la politica ieri e che continuano a farlo oggi. Il nostro dovere istituzionale è quello di una pratica politica che si alimenta di progetti alti e di concretezza, di grandi idee che si fanno pane quotidiano. Questo è lo spirito con cui Berlinguer ha vissuto la politica. Con lo stesso spirito vogliamo rinnovare l'impegno civile e democratico e passare il testimone alle giovani generazioni.
Rosa D'Amelio
Presidente del Consiglio regionale della Campania