NAPOLI, 4 DICEMBRE 2009 " Il Premio per la Pace e per i Diritti Umani 2008 della Regione Campania è stato conferito al fondatore e animatore di Libera e della Comunità Gruppo Abele, Don Luigi Ciotti, per l'impegno profuso nella lotta contro la mafia e la camorra.La cerimonia di premiazione si è svolta, stamani, in Consiglio regionale, con la partecipazione di Don Ciotti, del Vice Presidente Gennaro Mucciolo, dei consiglieri componenti dell'Ufficio di Presidenza Antonio Amato e Salvatore Ronghi, del presidente della VIII Commissione Sebastiano Sorrentino, del presidente del Comitato per il Premio per la Pace e per i Diritti Umani della Regione Campania Adriana Buffardi."E' un premio importante e condiviso con la tutta la comunità di Libera che si batte per la lotta alla criminalità, per la cultura della legalità, per l'affermazione dei valori primari della pace, della verità, del lavoro, della giustizia sociale " ha detto Don Luigi Ciotti, nel ricevere il Premio, che ha voluto idealmente condividere con l'ex Prefetto di Napoli Renato Profili, recentemente scomparso, evidenziando che "grazie alla testardaggine solitaria di un uomo delle Istituzioni e di questa terra è nata la prima cooperativa sociale per la gestione dei beni confiscati alla camorra, in un periodo in cui era ritenuto impossibile portare avanti la battaglia per sottrarre i beni alla criminalità e dimostrando che il noi' vince.Sul tema della destinazione dei beni confiscati alla camorra, Don Ciotti ha criticato il Governo nazionale rinnovando l'appello di Libera al ritiro dell'emendamento che vorrebbe destinarli alla vendita all'asta, con evidente pericolo che essi possano essere riacquistati dalla criminalità. Un appello raccolto dal Consiglio Regionale della Campania che, nella seduta di ieri, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, promosso dai consiglieri Amato e Ronghi, per impegnare il Governo al ritiro dell'emendamento e a garantire la destinazione dei beni confiscati alla criminalità a scopi sociali. "Proporre che i beni confiscati alla camorra vengano venduti all'asta significa sottovalutare la capacità della criminalità di inventarsi di tutto per tornarne in possesso e azzerare tutto lo sforzo compiuto per sottrarre risorse alla criminalità " ha sottolineato Don Ciotti - ; sarebbe necessario, invece, sbloccare i beni dalle ipoteche, che li gravano per circa il 36%, e destinarli a scopi sociali.Nel corso del suo intervento, Don Ciotti si è soffermato anche sui presunti rapporti tra camorra e politica e sulla necessità di un "ripristino di un'etica nella politica: "la politica deve darsi una regolata nel segno della trasparenza e della coerenza e deve ripulirsi delle presenze che destano sconcerto " ha sottolineato, precisando che "non si deve fare di un'erba un fascio e deve emergere la distinzione di chi agisce in politica secondo il suo significato più profondo: la più alta ed esigente forma di carità e di servizio alla gente. Su questo tema, Don Ciotti ha anche espresso apprezzamento per l'operato "della magistratura e delle forze dell'ordine che, pur in presenza di tanti ostacoli e dei gravi tagli alle risorse, sono in prima linea per la legalità e per fare chiarezza anche al fine di affermare il valore sociale della politica.