NAPOLI, 2 APRILE 2014 " Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Paolo Romano, ha tenuto una discussione sul documento sulle proposte di riforma costituzionale elaborato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Assemblee legislative regionali sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
Il documento esprime le proposte delle Regioni, tra cui: mantenere il nome di Senato delle Regioni e delle Autonomie, prevedere la partecipazione di diritto dei rappresentanti delle Regioni e delle Autonomie locali, dei Presidenti di Regione e dei Sindaci dei capoluoghi di Regione; ripartire i seggi in proporzione alla popolazione delle Regioni. Nel documento le Regioni esprimono anche contrarietà alla integrazione del Senato con membri nominati. Quanto alle competenze, il documento esprime condivisione della necessità di superare il bicameralismo perfetto ma sottolinea la necessità di rafforzare le competenze del Senato attraverso una legge bicamerale che ne definisca le competenze sui modelli costituzionali federali, regionalizzati e/o autonomisti, nonché di introdurre una commissione bicamerale che operi nel cuore del procedimento legislativo definendo tempi certi; di ampliare la competenza del Senato alle funzioni ispettive.
Tra le proposte relative alla riforma delle competenze legislative delle Regioni di cui al Titolo V della Costituzione, le Regioni propongono, tra l'altro, di: ridefinire le competenze esclusive statali del comma 2 art. 117 in particolare sull'urbanistica, ordinamento enti locali, sul coordinamento della finanza pubblica, richiamando una competenza statale circoscritta alla definizione di una disciplina generale; prevedere un'elencazione di massima della legislazione residuale regionale che, tra le altre, richiami la competenza in materia di finanza locale, di mercato e di politiche per il lavoro, di organizzazione servizi scolastici, istruzione e formazione professionale,governo del territorio e urbanistica.
Sul tema si è sviluppato un intenso dibattito aperto dal capogruppo del Pd Lello Topo, che ha espresso parere favorevole del proprio gruppo: "la modifica del Senato darà vita al Senato delle Autonomie rilanciando e modernizzando l'architettura costituzionale italiana e andando incontro alle aspettative dei cittadini anche per rendere più positivo ed efficiente il rapporto tra i territori e lo Stato anche sul piano legislativo.
"Con questa riforma siamo di fronte all'ennesima mortificazione della democrazia: ad una Camera di deputati nominati' dai partiti si aggiungerà un Senato di altri nominati dal Presidente della Repubblica " ha sottolineato il consigliere Corrado Gabriele (Pse) " per il quale "sarà il bicameralismo dei nominati, mentre i risparmi realizzati saranno poca cosa rispetto alla penalizzazione democratica. Per questi motivi, il gruppo Pse ha espresso parere negativo.
"Ritengo molto valido l'intervento della Conferenza dei Presidenti delle Regioni che ha dato vita ad un documento che ci vede d'accordo e che riflette gli accordi sottoscritti dal nostro partito sul piano nazionale e sul quale auspichiamo una posizione unitaria del Consiglio " ha detto la consigliera di FI Sandra Lonardo.
"Il superamento del bicameralismo perfetto è importante per rilanciare il procedimento legislativo, ma è un cambiamento che avrebbe richiesto una maggiore riflessione sugli aspetti democratici che vengono penalizzati. Ma nel complesso esprimiamo parere favorevole a questa importante e necessaria riorganizzazione " ha detto la consigliera Anita Sala (Cd).
"Il documento che ci viene sottoposto racchiude perfettamente l'esigenza di riforma costituzionale e di rilancio dei rapporti Stato/Regioni " ha detto il consigliere Pietro Foglia (Ncd) " anche se, oggi, l'attenzione dei cittadini è tutta incentrata sui costi della politica e questa riforma non apporta risparmi considerevoli. Auspichiamo, però, che tale riforma venga migliorata perché non condividiamo che il Senato delle Autonomie venga composto anche da nominati per meriti scientifici, artistici, culturali, etc. Inoltre, è fondamentale garantire, nella determinazione dei componenti della Camera delle Autonomie, un principio di proporzionalità con gli abitanti delle Regioni.
"Le perplessità che nascono su questa riforma sono tante " ha detto il consigliere Carlo Aveta (FC) " perché essa non nasce dall'esigenza di superare il bicameralismo perfetto ma soprattutto dall'esigenza dovuta alle spinte populistiche di tagliare i costi della politica. Ma su questo fronte sono pronto a sfidare il premier Renzi perché non ci sarà alcun risparmio di un miliardo di euro, come annunciato. Inoltre, non vengono definite le competenze del Senato,a riprova che alla base di questa proposta ci sono solo spinte populiste, come ha detto anche il M5S, partito populista per eccellenza.
"Per superare il bicameralismo perfetto potremmo servirci, a questo punto, di una sola Camera, l'unico vero sistema per rilanciare l'attività legislativa e per ridurre la spesa " ha concluso Aveta " esprimendo parere contrario "in quanto il documento non coglie queste tematiche fondamentali.
"Nella fase attuativa di questo documento auspico alcune modifiche: ad es., tra i componenti del Senato delle Autonomie, sarebbe opportuno un rappresentante eletto dai Comuni ricadenti nelle vecchie Province " ha proposto il Vice presidente Antonio Valiante (Pd), per il quale "questa riforma va affrontata per rilanciare il modello costituzionale ma anche per riportare alle Regioni quelle funzioni fondamentali di programmazione, indirizzo e controllo concentrando esclusivamente sui Comuni e sulle Unioni di Comuni le funzioni gestionali e amministrative. La necessità, nella fase attuativa, è nella organizzazione dell'Amministrazione che verrà posta in essere " ha aggiunto il Vice presidente Valiante " per il quale "questa modifica del Senato deve inserirsi in un sistema di riforma complessivo che deve rientrare in una nuova posizione politica che guardi all'intero Paese e all'Europa, sintonizzando il nostro Paese in una logica di semplificazione che trasforma il Senato in Camera delle Autonomie e che dà la possibilità alle Autonomie di incidere sui processi amministrativi. Quindi parere favorevole al documento "con raccomandazione al Presidente del Consiglio regionale affinchè, nella fase attuativa, si presti particolare attenzione alla riforma del Titolo V della Costituzione.
"Vedo troppa superficialità nell'affrontare questo importante tema e vedo a rischio la democrazia " ha detto Gennaro Mucciolo (Pse), consigliere Segretario, -, con superficialità si aboliscono le Province e si trasforma il Senato da organo elettivo a Camera delle autonomie, sulla spinta di un attacco forte alle Regioni, che vede colpita anche la Campania. La questione risparmio è impropriamente utilizzata perché la vera questione è quella dell'efficienza delle istituzioni e della democrazia " ha proseguito il consigliere Mucciolo " perché, con la logica dei soli tagli e di una legge elettorale volta solo a far emergere due forze politiche, si rischia di assassinare la democrazia. Così come il ritorno al centralismo statale è un colpo mortale alla democrazia " ha concluso l'esponente del Pse che ha ribadito il parere negativo del proprio gruppo.
"Di solito siamo in disaccordo, ma oggi condivido completamente l'analisi del collega Gennaro Mucciolo " ha detto il consigliere Giovanni Fortunato (Caldoro Presidente) " per il quale "questa riforma conferma che esistono poteri forti che stanno compiendo un colpo di Stato' contro la democrazia, prima chiudendo i Comuni, sottraendo loro le necessarie risorse, poi chiudendo le Province, sostenendo che esse non servono mentre, dall'Unità d'Italia, sono l'ente più vicino ai cittadini, e adesso arrivando alle Regioni. Una "guerra bianca che colpisce tutti gli enti locali e la democrazia " ha sottolineato il consigliere Fortunato " per il quale "è in atto un disegno politicamente criminoso per colpire la democrazia del territorio e per concentrare tutto a Roma. Si deve respingere con tutte le forze questa ipotesi di Senato delle Autonomie " ha detto Fortunato " per il quale, "semmai, per realizzare un risparmio, andrebbe abolita la Camera dei Deputati. Anzi, andrebbe chiuso questo Parlamento di nominati che non rappresenta il popolo. Dobbiamo ribellarci " ha concluso Fortunato " a cominciare da noi in quest'Aula, ultimi tra gli eletti dal popolo, dobbiamo reagire a questo cimitero politico' , dobbiamo rilanciare le ragioni della democrazia e delle istituzioni elettive.
"Come forze politiche abbiamo il dovere di rilanciare un ragionamento serio sulle ragioni della politica e sul rilancio delle istituzioni " ha detto il consigliere Angelo Consoli (Udc) - ; è molto negativo tornare a quel centralismo che si voleva eliminare con la riforma del Titolo V delegando al centro poteri che devono essere esercitati dal territorio, come l'urbanistica e la protezione civile. Quindi le nostre riserve sono notevoli e sono ampie perchè le riforme non vanno fatte sulla base della demagogia che chiede alla politica di sacrificarsi " ha aggiunto Consoli ", politica che pure si è sacrificata tagliando, in Campania, i propri costi prima ancora che lo facessero leggi nazionali, ma la demagogia non è la strada da seguire dando vita all'ovvio e alle banalità; la riforma va attuata nella Pubblica amministrazione per semplificare la vita dei cittadini e delle imprese, per liberare risorse per creare lavoro, il vera tema sul quale dobbiamo concentrarci per non far calare il sipario su questo nostro Paese. La questione fondamentale è che la democrazia deve ritrovare se stessa " ha concluso Consoli " ponendo fine ad una legittimazione popolare che si fonda sul malessere e sulla delusione e non più sull'espressione del libero voto democratico. Va fatto uno sforzo di responsabilità e di consapevolezza riscoprendo la funzione dei rappresentanti del popolo e dei partiti, dai quali occorre ripartire. Altro che riforma del Senato! Altro che annullamento delle preferenze attraverso una legge elettorale che annulla le preferenze! " ha concluso Consoli " esprimendo parere contrario al documento.